Gli effetti dell’alcol sul cervello sono molteplici.

A basse dosi attiva aree del piacere deputate al rilascio di endorfine.

Con l’aumentare delle dosi però l’alcol ha un effetto depressogeno del Sistema Nervoso Centrale.

In particolare inibisce la funzione di uno dei neurotrasmettitori eccitatori, il glutammato, rallentando così l’attività cerebrale.

Chiunque si sia ubriacato conosce la sensazione di svegliarsi nel proprio letto (o anche in luoghi diversi dal proprio letto) senza avere memoria degli ultimi eventi.

Succede perché quando si ingerisce alcol oltre una certa soglia la parte del cervello deputata alla memoria semplicemente smette di funzionare, perdendo la capacità di registrare gli eventi.

In generale, il glutammato colpisce memoria e cognizione uccidendo neuroni responsabili della socialità, autocontrollo e giudizio.

Ma viene anche danneggiato il mesencefalo, il cervello medio, che si occupa di movimento, linguaggio, vista e reazioni a segnali di allarme.

Ciò che rende tutto molto più degno di attenzione è il fatto che questo avvenga nell’immediato.

Un altro effetto nervoso da non sottovalutare è quello che riguarda il sonno: l’alcol aiuta ad addormentarsi, ma poi impedisce di riposare bene.

L’alcol inibisce infatti sulla fase REM, quella in cui si sogna. Questo, la mattina seguente, ci fa sentire stanchi, svogliati, assonnati e meno concentrati.

La massiccia assunzione di alcol per lunghi periodi provocare il rimpicciolimento del cervello e una moria di materia bianca e materia grigia.

In poche parole, l’alcol rende meno intelligenti.

Alcuni soggetti sottoposti ad analisi sono stati capaci di recuperare buona parte delle funzioni cognitive dopo un anno di astinenza, ma la capacità di recupero varia da soggetto a soggetto.

Insomma, si dice spesso che l’alcol può essere assunto con moderazione e questo è vero, ma in dosi davvero molto piccole e magari non tutti i giorni.

Dopo avere conosciuto gli effetti reali, tutto questo diventa ancora più evidente.